Barcellona ‘92:
le Olimpiadi della Seat

Il 1986 è un anno importantissimo per la storia della Spagna e della Seat. Reduce da un regime dittatoriale durato più di tre decenni, dopo la morte di Franco, il Paese avvia un processo di apertura economica che culmina proprio nel 1986, con l’entrata nella Comunità Europea.

Ma non è l’unico evento da festeggiare. Il 17 ottobre dello stesso anno, la Spagna viene nominata per ospitare la XXV edizione dei Giochi Olimpici, che si aprono il 25 luglio 1992. Come città viene scelta Barcellona, uno dei principali centri economici della penisola iberica e soprattutto, il cuore della Catalogna. La metropoli era già stata candidata alle Olimpiadi nel 1924, nel 1936 e nel 1972, senza mai riuscire a ottenere l’approvazione finale.

L’edizione del ‘92 si prospetta essere quella dei record, con più di diecimila atleti attesi, provenienti da 172 nazioni. Per la Seat, che proprio come la Spagna ha iniziato il suo percorso di rinascita, si tratta di un palcoscenico unico, un’occasione irripetibile per entrare nelle case di mezzo Mondo.

La grande occasione della Seat

Il marchio di Martorell decide di giocare in grande e si accaparra il ruolo di sponsor principale dell’evento, mettendo a disposizione 2200 vetture per il trasporto degli atleti, autorità e giornalisti. Per garantire il corretto funzionamento dell’intera flotta di veicoli, vengono allestite delle officine nelle principali sedi olimpiche. Il costo totale dell’operazione è di circa 4 miliardi di pesetas, 35 milioni di dollari, a cui si aggiunge un altro miliardo per un programma di grande rilievo. La Seat si fa infatti carico del reclutamento, della formazione e dell’abbigliamento dei volontari olimpici, circa 30.000 persone che partecipano in forma gratuita all’organizzazione dei giochi. I giornalisti vengono ospitati, sempre a spese della casa automobilistica, a bordo di una nave da crociera ancorata nel porto di Barcellona.

L’idea è quella di sfruttare l’evento per lanciare un possibile sbarco della Toledo negli Stati Uniti, dove verrebbe venduta attraverso la rete Volkswagen. Si pensa addirittura di cambiare il nome della vettura in “Barcelona”.

Le Olimpiadi del ‘92 si prospettano essere quelle dei record, con più di diecimila atleti attesi, provenienti da 172 nazioni. Per la Seat, che proprio come la Spagna ha iniziato il suo percorso di rinascita, si tratta di un’occasione irripetibile per entrare nelle case di mezzo Mondo.

Le Ibiza olimpiche

Ma la scena è pure per l’Ibiza, il primo modello realizzato sotto l’egida Volkswagen, al termine della decennale collaborazione con la Fiat.

Nel 1989 viene realizzato un concept battezzato “Olimpico”. La base di partenza è la SXI, versione “pepata” della gamma, equipaggiata con un 1.5 da 100 cavalli. Le particolarità sono estetiche e saltano immediatamente all’occhio: sulla carrozzeria, che è verniciata in bianco, vengono applicati dei vistosi adesivi raffiguranti gli anelli olimpici e i loghi dell’evento, oltre che delle scritte identificative sui parafanghi e sul portellone. Le strisce sui paraurti e sui fascioni laterali sono in blu, anziché in rosso. All’interno, i sedili e i pannelli porta sono rivestiti in alcantara blu e giallo, con la moquette del pavimento in verde.

Questo prototipo è la base per la serie limitata “Olimpico 92”, che compare nel listino del 1991, dopo il restyling dell’Ibiza. L’allestimento, disponibile sia a tre che a cinque porte, è caratterizzato da un look “total white”, con le plastiche, i copricerchi e i paraurti verniciati in bianco, così come il resto della carrozzeria. Sopra le portiere e sui due cofani spiccano i loghi dell’evento, oltre alle scritte identificative. All’interno, trovano posto dei tessuti specifici, grigi con alcuni motivi stilizzati che richiamano i colori della manifestazione. Le motorizzazioni disponibili sono due, entrambe a benzina e dotate di carburatori: 1.2 da 63 cavalli e 1.5 da 85 cavalli.

L’ultima serie speciale della Ibiza è la “Olimpica”, realizzata nel 1992. In questo caso le modifiche sono meno evidenti e riguardano semplicemente alcuni loghi olimpici applicati sulla carrozzeria, che può essere scelta in un’amplia variante di colori, sia in configurazione a tre che a cinque porte. La serie Olimpica è disponibile su tre allestimenti: CLX, GLX e Sport. I motori sono gli stessi della gamma normale, così come i tessuti degli interni.

Le Toledo olimpiche

Per l’inizio delle Olimpiadi però, la Seat ha in mente qualcosa di più di qualche adesivo. Viene progettata un’inedita Toledo elettrica per scortare gli atleti che portano la torcia di apertura dei giochi fino allo stadio. La vettura è il frutto del primo esperimento di auto elettrica per il marchio di Martorell e viene utilizzata anche in occasione della maratona dei giorni successivi. Il risultato ottenuto è ben lontano dagli standard attuali, ma comunque sufficiente per l’impiego celebrativo che viene fatto dell’automobile: le modifiche effettuate appesantiscono la Toledo di circa 500 kili; l’autonomia non va oltre i 65 kilometri e la velocità massima è di 100 km/h.

Sempre la Toledo è protagonista di un’altra occasione speciale. Esiste un migliore incentivo a vincere una competizione, se non un premio? La risposta è semplice: un premio doppio. Con questi propositi nasce la Toledo Podium, una versione commemorativa messa in palio per gli atleti spagnoli vincitori di almeno una medaglia a Barcellona. Assemblata sulla base della GT, equipaggiata con un 2.0 8V da 115 cavalli, la Podium è riconoscibile da fuori grazie all’elegante vernice bicolore grigio Marengo e alle targhette specifiche applicate sulle minigonne laterali e sulla griglia anteriore.

Gli interni mantengono la loro caratteristica di eleganza e sportività: la selleria in pelle color crema è impreziosita da un esclusivo volante in radica, così come il pomello del cambio e alcuni pannelli. Nel bracciolo anteriore, anch’esso rivestito, viene alloggiato un Panasonic satellitare trapiantato dall’Audi 100, mentre nel bagagliaio è presente un fax. L’impianto stereo ha sei altoparlanti e un doppio sistema di sicurezza. Sono presenti, infine, l’aria condizionata e gli alzacristalli elettrici.

In totale sono state 23 le Toledo Podium consegnate ai rispettivi vincitori, in quello che ancora adesso è il record di medaglie spagnole alle Olimpiadi. Un esemplare extra è stato assemblato per essere conservato dalla Seat. Negli anni, purtroppo, la storia non è stata clemente con le Podium; alcune sono state vendute dagli atleti, passando di mano fino a perdersi nella polvere iberica. Ad oggi non è chiaro il numero di esemplari esistenti e questo rende ancora più misteriosa e affascinante la storia di questo modello.

Se siete estremamente fortunati, potreste riuscire a incrociarne una fra le vie di Barcellona, a patto però che siate abbastanza scaltri per accorgervene.

Di Alessandro Giurelli