Una piccola, grande rivoluzione: Punto
«La Punto non è nata in tre anni ma è la sintesi di un secolo di lavoro».
Dopo aver festeggiato le quaranta candeline spente dalla Uno, è doveroso ricordare il compleanno di un altro modello che ha segnato la storia della Fiat: nel 2023 la Punto ha compiuto trent’anni e la sua genesi è perfettamente riassunta in questa citazione dell’Avvocato.
La genesi della Punto
La Punto nasce nel 1993, un momento difficile per il mondo dell’automobile: il mercato è in calo e solo in Italia la quota di autovetture immatricolate è scesa di 480.000 unità rispetto all’anno precedente, con una flessione del 25%. Anche in Europa la situazione non è migliore, con una diminuzione pari al 20% rispetto al ’92.
La Fiat deve far fronte a una situazione complicata. La Uno seconda serie, in produzione dal 1989, continua a vendere bene, ma i mesi passano velocemente e le alternative che appaiono nei vari listini si moltiplicano; con migliaia di dipendenti in cassa integrazione, non si può rischiare di cedere il passo alla concorrenza.
L’erede dell’utilitaria italiana simbolo degli Anni Ottanta è legata al progetto “Trino”, al quale è affidato il difficile compito di sostituire tre vetture chiave del gruppo Fiat: la Panda, la Y10 e – per l’appunto – la Uno. I lavori subiscono diverse battute d’arresto e il progetto stesso viene trasformato in “Bino” quando si decide che la Panda Supernova è un modello ancora valido per gli anni a venire.
La prima rivoluzione: il design
Rimpiazzare una vettura di successo non è mai facile e uno dei dubbi cruciali consiste nel domandarsi quanto sia possibile – a livello di design – discostarsi dal disegno originale e quanto invece sarebbe opportuno mantenere i tratti che hanno contribuito all’affermarsi della vettura in uscita.
Nel caso della Punto, la risposta è la più audace possibile: ripartire da zero. Il progetto viene affidato a Giugiaro, la cui matita aveva già partorito la Uno. Rispetto al modello che va a sostituire, la Punto si caratterizza immediatamente per le linee più morbide e per alcune soluzioni stilistiche inedite che rompono gli schemi.
Su tutte, i fari posteriori a sviluppo verticale sono l’elemento che più di ogni altro caratterizza la nuova utilitaria Fiat e che, almeno nell’immediato, lasciano interdetto qualcuno. Il fine non è solamente estetico, ma anche pratico: una posizione simile, infatti, è meno soggetta ai piccoli urti e meno esposta alle intemperie. In realtà, i prototipi iniziali della Punto mostrano dei gruppi ottici posteriori montati in maniera convenzionale; sembra sia stato Paolo Cantarella, allora amministratore delegato del Gruppo, a volere fortemente che fossero spostati ai lati del lunotto dopo averli visti sulla Pontiac Trans Sport.
Un’altra soluzione innovativa riguarda la vetratura che parte dal montante anteriore e gira attorno alla vettura senza interruzioni; in questo modo il montante C (quello posteriore) viene nascosto sotto i finestrini, migliorando la visibilità interna.
La presentazione della Punto
La presentazione alla stampa avviene all’inizio del 1993, in un Lingotto gremito di giornalisti. Sono stati necessari 35 mesi di lavoro per realizzare la nuova arma di casa Fiat. La vettura viene ufficialmente svelata al pubblico in occasione del Salone di Francoforte nel settembre dello stesso anno e messa in commercio negli ultimi mesi del ’93.
Rispetto alla Uno, la Punto è più lunga di 7 cm, più alta di 4 cm e più larga di 6 cm. Grazie alla sua forma “simil-monovolume” e all’ottimizzazione degli spazi interni, il modello si pone al vertice della categoria in termini di abitabilità. Anche il bagagliaio viene ingrandito e portato a 275 litri di capienza contro i 270 della Uno seconda serie.
Inizialmente costruita negli stabilimenti di Mirafiori e Termini Imerese, a partire dal 1994 la Punto inizia a uscire anche dalla fabbrica SATA di Melfi, appositamente realizzata per incrementare i numeri di produzione della vettura. Le cifre non deludono: nel primo anno sono circa 640.000 le unità vendute, che salgono fino a un milione e mezzo a metà di quello successivo.
Il design anticonformista della vettura è ormai una certezza e vale a Giugiaro il premio Compasso d’Oro 1994. Nel ’95 la Punto si aggiudica il premio di Auto dell’Anno, proprio come era riuscito, tempo prima, alla Uno.
È l’inizio di una carriera costellata di successi.
Le versioni della Punto
Trentuno sono le versioni al lancio, suddivise nelle configurazioni a tre e a cinque porte in quattordici colorazioni. Sei sono le motorizzazioni previste, delle quali tre a benzina: 1108 cm³ da 54 cavalli (Punto 55), 1242 cm³ da 60 e da 73 cavalli (Punto 60 e Punto 75), 1581 cm³ da 88 cavalli (Punto 90) e 1372 cm³ da 133 cavalli (Punto GT) e due a gasolio: 1698 cm³ aspirato da 57 cavalli (Punto D) e turbo da 71 cavalli (Punto TD). Tre, infine, sono i cambi a disposizione per i modelli: 5 marce, 6 marce e automatico. Sono numeri da record, così come le cifre complessive dell’investimento: 5.600 miliardi di lire.
L’allestimento base della Punto è quello S, che ha un prezzo di partenza di poco superiore ai 15 milioni lire; quello SX prevede in aggiunta i vetri elettrici, il contagiri, il termometro dell’acqua e gli indicatori di direzione anteriori trasparenti. Più ricca è la versione ELX, riconoscibile all’esterno per i paraurti in tinta e i cerchi in lega da 14 pollici. Internamente, la strumentazione prevede un maggior numero di spie: quelle delle portiere, quelle delle luci stop non funzionanti e quelle di usura pattini frenanti. Anche i rivestimenti sono più curati e sono abbinati a un volante differente. La dotazione di serie comprende, infine, il telecomando porte e le luci fendinebbia anteriori.
Sono presenti, poi, alcuni allestimenti particolari: 6 Speed, ED e HSD. Il primo è previsto solamente per la motorizzazione 1108 cm³ a benzina da 54 cavalli nella configurazione a tre porte. Si tratta di una versione a sei marce, in cui i rapporti della trasmissione sono più corti rispetto a quelli della tradizionale a cinque marce (sul libretto di uso e manutenzione è indicata persino la possibilità di partire in seconda).
Il risultato non premia né le prestazioni, dal momento che la 6 Speed risulta avere la stessa velocità massima della normale Punto 55, né la ripresa, che viene penalizzata da un cambio di marcia in più. Anche i consumi sono leggermente più alti della controparte a cinque rapporti. Ciononostante, la connotazione “finto sportiva” data dall’idea di avere sei velocità, unitamente ad alcune caratteristiche peculiari del modello, come i paraurti in tinta (a partire da novembre ’93), gli alzacristalli elettrici, i fari a doppia parabola, i colori esclusivi e alcuni optional non disponibili sulla normale Punto 55 (come i comandi al volante), riesce a indirizzare la 6 Speed verso una clientela di giovani e neopatentati, che la preferiscono alla 55.
La ED – acronimo di Efficient Drive è realizzata su base 55 S; si differenzia da questa per dei rapporti al cambio allungati in funzione di una maggiore economia di esercizio.
L’allestimento HSD – la cui sigla sta per High Safety Drive – è disponibile per la sola motorizzazione 1242 cm³ a benzina da 73 cavalli, in configurazione a tre e cinque porte. Si tratta di una SX dotata di alcuni optional di sicurezza previsti di serie: l’ABS, l’airbag (doppio a partire dal 1998), l’idroguida, i pretensionatori delle cinture anteriori e i poggiatesta posteriori. Il costo per questo modello è di 19,2 milioni di lire contro i 17,4 milioni di lire della 75 SX.
Infine, così come accaduto sulla Uno, anche per la Punto è presente un allestimento Van, con una griglia divisoria posta dietro i sedili anteriori, a delimitare l’area di carico. Disponibile nella sola configurazione a tre porte, sia con il 1108 cm³ a benzina che con il 1698 cm³ diesel. A richiesta, i finestrini posteriori possono essere sostituiti da coperchi, sullo stile della Panda Van.
Trentuno sono le versioni al lancio, suddivise nelle configurazioni a tre e a cinque porte in quattordici colorazioni.
Le Punto sportive
Pratica, versatile e soprattutto giovanile: la gamma Punto non può essere completa senza una versione sportiva.
Lanciata a fine ’93, la Punto GT si prende l’eredità della Uno Turbo. Sotto il cofano pulsa, infatti, lo stesso 1372 cm³ a benzina, che in questo caso viene sovralimentato con una turbina IHI VL7 dotata di intercooler. La potenza sale a 133 cavalli, 21 in più rispetto alla Uno. Le prestazioni non deludono: 0-100 in meno di 8 secondi e più di 200 km/h di velocità massima, il tutto su una vettura che pesa poco più di una tonnellata. I freni sono a disco su tutte e quattro le ruote, quelli anteriori autoventilanti.
La GT diventa ben presto una delle “bare” per eccellenza degli Anni Novanta e, come tale, sogno proibito di una generazione di diciottenni – e non solo. Esternamente è immediatamente riconoscibile per via degli iconici cerchi in lega da 14 pollici con gommatura 185/55, delle minigonne in plastica nera e delle scritte specifiche, presenti sia sul portellone che sulle modanature laterali, anch’esse nere con strisce rosse. Il paraurti è dotato di fendinebbia integrati e di lavafari, che sono a doppia parabola e regolabili in altezza. Gli specchietti sono elettrici e verniciati nella tinta della carrozzeria.
All’interno, troviamo degli inediti sedili realizzati in tessuto misto a velluto – conosciuto come “Ardensia” – oltre al cambio in pelle, così come il volante dedicato (che diventa quello della ELX se si monta l’airbag, disponibile come optional). Il quadro strumenti – nero e rosso – comprende un tachimetro con fondoscala a 240 km/h, un contagiri e una serie di indicatori per la temperatura dell’acqua, per il livello della benzina, per la pressione dell’olio e quella della turbina.
Dal punto di vista della sicurezza, viene montato un ABS Bosch a quattro sensori, che manda definitivamente in pensione il famigerato Antiskid montato sulle Uno. Il prezzo finale è di quasi 26 milioni e mezzo di lire.
“Sorellina” della GT è la Sporting, equipaggiata con il 1581 cm³ da 88 cavalli della Punto 90, dalla quale si differenzia per un’impronta più fresca e dinamica. Presentata nel 1995, questa versione è riconoscibile per i paraurti verniciati, le minigonne della GT e i paracolpi laterali con profilo rosso. Anche sulla Sporting vengono montati i copriruota della 6 Speed, ma sono previsti come optional dei bellissimi cerchi in lega da 14 pollici.
Sempre nel ’95 viene presentata la seconda serie della Punto GT, che si differenzia dalla prima per alcune modifiche estetiche. I fari anteriori adottano ora delle parabole nere, che unitamente alle plastiche interne fumè rendono il frontale della vettura più aggressivo. Le minigonne vengono verniciate in tinta con la carrozzeria e le fasce paracolpi laterali perdono le strisce rosse.
Anche l’interno assume un’impostazione più sportiva; il fondo del quadro strumenti cambia colore da nero a bianco, il volante in pelle viene sostituito con quello della Barchetta ed è provvisto di airbag incorporato. Spiccano, inoltre, dei nuovi sedili, caratterizzati da una seduta più bassa e un profilo avvolgente, oltre che da un tessuto nuovo. Disponibili come optional, i sedili in pelle. Le plastiche delle portiere anteriori, che sulla GT prima serie erano quelle della ELX, diventano ora quelle semplificate della S.
L’impianto elettrico adotta una nuova centralina di gestione motore che integra il sistema di sicurezza “CODE” della Fiat, il quale, tramite un transponder nella chiave, permette il riconoscimento della chiave originale senza cui non è possibile avviare il motore.
Con l’aggiornamento della gamma nel ’97, anche la GT subisce dei cambiamenti. La terza serie è riconoscibile esternamente per i cerchi in lega verniciati di antracite metallizzato; all’interno le plastiche del cruscotto assumono una tonalità di grigio più scura e i sedili vengono rivestiti con una nuova tappezzeria nera e blu scuro, arricchita dal logo GT.
All’interno, ci sono delle semplificazioni: viene rimosso lo specchietto di cortesia nell’aletta parasole lato guida, così come la serratura del cassetto portaoggetti e la spia di segnalazione degli stop non funzionanti e dei pattini freno usurati. Il climatizzatore viene fornito di serie, anche se a ricircolo manuale – contro quello elettrico disponibile come optional sui modelli precedenti.
Il motore subisce le modifiche più sostanziali: la testa viene sostituita e l’aspirazione viene ora gestita da una nuova farfalla. Il rapporto di compressione aumenta e la pressione di sovralimentazione viene limitata a 1,2 bar costanti. Si tratta di particolari che rendono la Punto GT conforme alla normativa Euro 2, facendole però perdere alcuni cavalli, che scendono a 130.
La Sporting, infine, eredita il brioso 1.2 16v da 86 cavalli e un cambio con rapporti più corti che, unitamente al peso inferiore di circa 70 kg rispetto alla GT, garantiscono alla vettura un comportamento vivace e divertente.
La Punto Cabrio
Altra grande novità è la Punto Cabrio, presentata nell’estate del 1994. Le modifiche sono curate da Bertone, che già si era cimentato nella trasformazione in decappottabili di alcune celebri utilitarie Fiat come la 850 e la Ritmo.
Esteticamente, la differenza più evidente – oltre al tetto – riguarda il posteriore, dove gli iconici fari della Punto sono stati sostituiti, per motivi ovvi, da luci a sviluppo orizzontale che ricordano quelle dei primi prototipi. Non si tratta, quindi, di adattare la vettura standard al fine di ottenere una soluzione “a cielo aperto” – così come avvenuto sulla Uno Folk Moretti – ma di una modifica radicale.
Il tetto viene rimosso e sostituito da una capote in tessuto che si ripiega sull’accenno di coda. In questo modo, dietro al conducente viene garantito lo spazio per due passeggeri e un baule discretamente capiente.
La Punto Cabrio è disponibile in due allestimenti: quello S, equipaggiato con il 1242 cm³ da 60 cavalli e riconoscibile all’esterno per i copricerchi e quello ELX, dotato di capote elettrica e alcuni optional di serie, come i cerchi in lega da 14 pollici, le minigonne e i fendinebbia. Quest’ultimo monta il 1581 cm³ da 88 cavalli della Punto 90. Per entrambe le versioni, i paraurti sono verniciati.
Con il restyling del ’97, tutti e due gli allestimenti vengono sostituiti da uno unificato, dotato del 1.2 16v da 86 cavalli.
Al momento del lancio, la Cabrio S viene proposta a un prezzo di partenza di 23,6 milioni di lire, circa 5 in più rispetto alla normale Punto equipaggiata con un motore di cilindrata analoga.
Le Punto speciali
Così come avvenuto per la Uno, anche per la Punto vengono create una miriade di versioni speciali.
L’occasione per presentarle tutte è il Salone di Torino del 1994, durante il quale viene allestito uno spazio chiamato “Rassegna dello Stile” in cui alcuni fra i principali carrozzieri italiani svelano la loro proposta rivisitata dell’utilitaria Fiat.
È il caso, ad esempio, della Punto Grama 2, realizzata dalla Maggiora di Moncalieri, a cui era stato affidato l’assemblaggio delle ultime Delta Integrale nell’impianto di produzione di Chivasso. Alla carrozzeria balena in mente un’idea ambiziosa quanto malsana: cosa può succedere mettendo il motore della regina dei rally su una Punto GT?
La risposta a questo domanda è una Punto equipaggiata con un quattro cilindri turbo 2.0 da 162 cavalli, trazione a quattro ruote motrici, meccanica della Dedra Integrale e un telaio più lungo di 30 centimetri.
La carrozzeria viene modificata con l’aggiunta di vistosi paraurti maggiorati e allargata con dei pannelli bombati, dotati di prese d’aria incorporate. Sul tetto viene aggiunto uno spoiler che fa coppia con quello sotto al lunotto e sui finestrini posteriori viene applicato un adesivo in tinta con la carrozzeria, verniciata in un bel bronzo metallizzato. Lo schema colori viene ripreso anche all’interno, grazie a degli inediti sedili in Alcantara. I cerchi sono – naturalmente – degli Speedline Montecarlo da 17 pollici con gommatura Pirelli 205/45.
Le prestazioni si aggirano intorno ai 220 km/h di velocità massima, con uno 0-100 km/h di circa 7 secondi, ottenuto accorciando i rapporti del cambio.
Altro interessante concept è la Punto Racer, realizzata da Bertone sulla base della Cabrio. La vettura, verniciata in rosso rubino metallizzato, è caratterizzata da un inedito tettino rigido che la rendono simile a una coupé. Completano l’operazione alcuni intelligenti espedienti estetici: la linea di cintura delle fiancate prosegue fino a congiungersi con lo spoiler sul baule, mentre i paraurti sportivi e le minigonne raccordate alle bombature dei passaruota le conferiscono un aspetto decisamente corsaiolo. L’apparenza non viene però ripagata dal propulsore, che resta quello della Punto 90, così come la meccanica.
Simile alla Racer, ma ancora più estrema, è la Monomille Zagato. Si tratta di una vettura completamente rivoluzionata nella linea, che ha ben poco in comune con la normale Punto e che assume le sembianze di una coupé. Esteticamente sono presenti richiami al passato e tratti stilistici tipici dell’atelier milanese, come il tetto a doppia gobba. Alla fine del montante C, particolarmente inclinato, spicca un vistoso spoiler mobile, regolabile dal conducente. La base meccanica è quella della Punto GT; il motore – rivisto da Romeo Ferraris – sviluppa 220 cavalli.
Altri prototipi della Punto sono il Doblone, ovvero una versione pick-up a sei ruote realizzata dalla Boneschi montando un secondo asse posteriore e allungando il telaio fino a 3,7 metri e la Surf, concepita dalla carrozzeria Coggiola sulla falsa riga della Heuliez Wind o della Škoda Felicia Fun. C’è poi la Spunto, una concept off-road realizzata dalla Pininfarina che richiama la Punto solo nel nome.
Esistono, poi, una serie di modelli modificati da carrozzerie specializzate nella realizzazione di allestimenti personalizzati. Fra queste la Scioneri di Savignano e la Giannini di Roma. Nel primo caso, le differenze rispetto alla vettura standard sono riconducibili essenzialmente agli interni e alle finiture. La stessa Scioneri aveva presentato al Salone di Torino del ’94 la Punto Beach, un esercizio di stile mai entrato in produzione.
Più interessante, invece, l’idea della Giannini, che propone delle versioni più rifinite denominate Topline per la Punto convenzionale e Sportline per la GT e che, parallelamente, presenta dei modelli inediti.
Si tratta della 4×4 T.L. (Tempo Libero) e della GT Drago. La prima – presentata alla Rassegna dello Stile ’94 – è una versione fuoristrada della Punto cinque porte, dotata di trazione integrale permanente Steyr-Puch, idroguida, e aria condizionata. Esternamente la vettura è caratterizzata da alcuni accessori che le conferiscono un aspetto off-road: archetti passaruota che si raccordano alle minigonne, paracolpi laterali, paraurti inediti e un vistoso bull-bar che ben si sposa con le barre portatutto sul tetto e le luci supplementari. Lo spoiler e i cerchi in lega a tre razze completano il tutto.
La GT Drago è la versione corsaiola della normale Punto GT, simile per le sue caratteristiche alle vetture da Trofeo. Il 1.4 turbo viene portato a 158 cavalli – 25 in più di quello di serie – e l’assetto viene modificato al fine di ottenere una maggiore rigidità. Il peso viene ridotto all’osso rimuovendo tutto il superfluo e lasciando all’interno solamente i sedili anteriori – degli Sparco da corsa con cinture Sabelt a tre punti – il volante a calice e il roll-bar. All’esterno, l’indole della vettura viene messa in risalto dalla livrea viola e fucsia, dai cerchi in lega a cinque razze da 15 pollici e dal vistoso alettone posteriore. Nessuno dei due modelli entra in produzione.
La Punto Cabrio Wagon, infine, è una proposta della carrozzeria Marazzi per una vettura dai molteplici impieghi. Via di mezzo fra una cabrio e un pick-up, il modello doveva essere allestito in tre versioni a seconda dell’uso: Landaulet, Risciò e Bricò. Nessuno dei tre, tuttavia, è mai stato commercializzato.
Il restyling della Punto
Il 1997 è l’anno del restyling. I cambiamenti sono pochi e interessano soprattutto l’interno: vengono adottate delle plastiche più scure e dei nuovi tessuti per i rivestimenti; il quadro strumenti viene modificato. All’esterno, fanno la loro comparsa delle tinte inedite e dei copricerchi dal disegno diverso.
La vera rivoluzione è quella sotto al cofano, con l’introduzione del nuovo FIRE 1242 cm³ 16v inaugurato sulla Lancia Y, così come avvenuto più di dieci anni prima con lo storico FIRE 999 cm³ che era stato inizialmente equipaggiato dalla Y10 e poi dalla Uno.
La Punto 90 viene sostituita da una versione dotata del nuovo propulsore, che in questo allestimento sviluppa 86 cavalli (Punto 85). Il diesel aspirato viene rimosso dal listino, mentre sulla TD il turbocompressore viene regolato in modo ottenere due livelli di potenza: 60 o 70 cavalli.
Nel ’98 compaiono a listino delle nuove versioni: Sole – equivalente della S, Star – con caratteristiche simili alla SX e Stile, paragonabile alla ELX; la 6 Speed, infine, viene sostituita dalla Team.
Il 1999 è l’ultimo anno di produzione: con 3.400,000 milioni di unità vendute in sei anni (molte delle quali in dotazione alle Forze dell’Ordine italiane) la prima serie della Punto lascia il posto alla seconda generazione.
Il modello viene ancora oggi ricordato come una delle utilitarie italiane più iconiche di sempre, oltre che una delle ultime Fiat veramente capaci di rivoluzionare il mercato.
Punto.
Di Alessandro Giurelli






















































