Modellini Old Cars – Un Mondo di trasporti in miniatura:
Prima parte

C’erano una volta gli Anni Settanta: la Comunità Europea si allargava a nove Stati e per l’Italia iniziava un decennio difficile, fatto di crisi e di piombo. I cambiamenti si riflettevano anche sul piano automobilistico: Il 4 agosto 1975, dopo diciott’anni di produzione e più di cinque milioni di esemplari realizzati, cessava la produzione della Fiat 500, icona emblematica del miracolo economico e principale artefice della motorizzazione di massa nel nostro Paese.

Nel 1975 nasceva la Industrial Vehicles Corporation (Iveco) che riuniva al suo interno cinque fra i più importanti marchi appartenenti al settore dei veicoli commerciali leggeri e pesanti: Fiat Veicoli Industriali, OM, Lancia Veicoli Speciali, Unic e Magirus-Deutz. Parallelamente, a Quarona, esiguo comune vercellese bagnato dalle acque del fiume Sesia, apriva i battenti una piccola azienda impegnata nella produzione di automodelli in metallo pressofuso: la Old Cars.

Gli albori del marchio Old Cars

Appare immediatamente evidente la distinzione fra le prime miniature prodotte dalla società fondata dalla famiglia Castellani: da un lato ci sono le classiche d’epoca, come la Bugatti Type 41 Royale Cabriolet, la Ford Model T Roadster, la Opel Doktorwagen, la Fiat 24 HP Berlina e Torpedo. Sono modelli che inizialmente erano stati pensati come promozionali per la Nestlé, a cui si vanno ad aggiungere auto da competizione come la Talbot Lago 4.5 e la Maserati 250F.

Dall’altro lato, ci sono i veicoli industriali e agricoli, come il Fiat 697 con cassone ribaltabile, l’autocarro a cassone OM N100, il Fiat 90 NC nella variante autobotte e autocarro a cassone e alcuni trattori Fiat e Someca. Si tratta di riproduzioni ereditate dalla vicina Dugu, marchio di Varallo, la cui attività modellistica era recentemente cessata.

Proprio i veicoli commerciali diventano la caratteristica distintiva del marchio Old Cars, la cui attività si focalizza, negli anni a venire, nella riproduzione in scala 1/43 di gran parte dei mezzi presenti nel listino del neonato gruppo Iveco. Attraverso questa scelta, la casa di Quarona si inserisce all’interno di una precisa nicchia di mercato, concentrandosi su un settore fino ad allora snobbato dai marchi modellistici dell’epoca.

La produzione semiartigianale dell’azienda è sinonimo di qualità e di unicità: dal momento che la fase di assemblaggio e finitura dei modellini è realizzata a mano, non è raro imbattersi in differenze fra una riproduzione e l’altra, che rendono di fatto unica ogni realizzazione. La cura nei dettagli non si limita esclusivamente alle linee e alle proporzioni, ma è evidente soprattutto nella parte inferiore delle miniature: al netto di alcune eccezioni, i veicoli Old Cars sono impreziositi da un “fondino” particolarmente ricco, caratterizzato da una fedele riproduzione del telaio, realizzato attraverso i disegni originali forniti dalle case produttrici dei modelli.

La presentazione dell'Iveco Daily

Una grande novità arriva nel 1978: in quell’anno Iveco entra nel mercato dei veicoli leggeri lanciando il Daily, destinato a lasciare un segno indelebile nella storia del marchio e nel panorama dei veicoli commerciali. La Old Cars riproduce il mezzo in scala 1/43, regalando ai collezionisti una vasta gamma di varianti e livree, che negli anni si ampliano sempre più. Accanto all’Iveco Daily, sono presenti anche l’OM Grinta, l’Unic Daily e il più raro Alfa Romeo AR8. Tante le versioni disponibili: furgone a passo corto e a passo lungo, tetto alto, Combi, 4×4 e autocarro con cassone.

Nello stesso anno viene realizzato anche l’autoarticolato 130 NT, con motrice marcata Fiat, OM e Unic abbinata a varie combinazioni di rimorchio.

La natura commerciale dei modelli Old Cars, assieme alle molteplici possibilità di personalizzazione, rende le miniature del marchio un ottimo strumento pubblicitario. Accanto alle versioni ufficiali, vengono realizzate parecchie varianti commissionate da aziende esterne a fini promozionali. Dalla “Valtorta Mobili” che ordinò 300 esemplari del furgone OM 30.8, alla “Buffetti” che richiese 50 pezzi del Daily 40.8 tetto alto, passando per il Parco Esposizioni di Novegro che in occasione dell’edizione 1981 di “Hobby Model Expo”, domandò alla Old Cars la produzione di 30 pezzi del Daily 40.8. Negli anni successivi, anche la ISI Modelli di Cavriago realizzerà degli interessanti allestimenti speciali su base Old Cars, utilizzando soprattutto il Turbo Daily seconda serie.

Nel decennio successivo il baricentro della casa di Quarona si sposta maggiormente verso i veicoli industriali: non solo automezzi, ma anche carrelli elevatori (Fiat e OM), mezzi da cantiere (Moxy), ruspe, compattatori, ed escavatori (Fiat Allis e Rossi) fanno la loro comparsa nei cataloghi Old Cars. A partire dal 1980 vengono introdotti diversi nuovi modelli: il Fiat 90 PC 4×4, alcuni Iveco 90 della Gamma Zeta, (marcati Fiat, OM, Unic e Magirus), realizzati con tanto di cabina ribaltabile, e varie Fiat Nuova Campagnola delle Forze dell’Ordine e civili.

Gli Anni Ottanta

Nel 1981 viene aperta la strada a quella che sarebbe diventata un’ulteriore colonna portante Old Cars: gli autobus.

La scelta ricade sul pullman di riferimento della produzione nostrana, il Fiat Iveco 370. Il risultato è una miniatura sopraffina, dettagliata e dotata di scocca smontabile e di dieci aperture: porte rototraslanti e conducente, cofano motore e sportelli dei vani portabagagli laterali. Tre le versioni disponibili: militare, verniciata nel verde dell’Esercito Italiano, corriera, proposta nel classico colore azzurro, Gran Turismo, disponibile nella livrea bianco/rossa, verde/gialla e grigio/rossa.

L’anno successivo la gamma dei bus si arricchisce con l’introduzione di uno dei modelli di punta delle Officine Padane di Modena: il Padane ZX, realizzato su base 370 e proposto in più colori, sia con il logo Officine Padane che nella più rara versione Mercedes.

Un’altra importante novità arriva nel 1983, con l’aggiunta in catalogo di un modello significativo, l’Iveco 190 Turbo, disponibile in combinazione con molteplici rimorchi e trattore stradale proposto in tutte le sue declinazioni: Fiat, Magirus e Unic. Erano gli anni in cui in Europa stava prendendo il sopravvento la moda, già da tempo in voga negli USA, dei “truck” superaccessoriati, caratterizzati da particolari sgargianti e appariscenti.

Nel momento in cui anche nel Vecchio Continente si raggiunse la consapevolezza che il camion non era solamente un mezzo di trasporto per le merci e che il camionista aveva le stesse esigenze di qualsiasi automobilista, iniziarono a fioccare sulle riviste di settore le più svariate tipologie di optional. A Torino si pensò di venire incontro ai desideri dei più esigenti, offrendo una versione di spicco del 190.38, denominata “Special”.

I veicoli commerciali diventano la caratteristica distintiva del marchio Old Cars, la cui attività si focalizza nella riproduzione in scala 1/43 di gran parte dei mezzi presenti nel listino del neonato gruppo Iveco.

La scoperta della plastica

Il “Cowboy” o “California”, così ribattezzato dagli appassionati, era caratterizzato da vistose cromature, un set di copricerchi specifici, fari supplementari integrati in uno spoiler inferiore, trombe sul tetto (dove trovava posto un ulteriore spoiler) e soprattutto scarichi verticali.

Per celebrare l’evento la Old Cars produsse una serie di modellini promozionali realizzati in plastica nell’inedita scala 1/21. Il 190.30 Special è il canto del cigno dell’intera gamma Old Cars, una riproduzione fedele e mastodontica, che dotata di rimorchio arriva quasi a toccare il metro di lunghezza. Oggi si tratta di uno dei pezzi più ambiti del marchio di Quarona e un esemplare completo di scatola dedicata difficilmente può scendere sotto i 500 euro. Negli anni successivi venne realizzata in questa scala anche qualche variante del 190.38 tradizionale.

Nel 1985 la serie degli autobus si amplia con l’aggiunta di un’altra pietra miliare del trasporto pubblico italiano: l’Iveco Effeuno, proposto dapprima nella versione urbana (arancione) e nella più rara interurbana (azzurra) e successivamente in quella pompieri.

Nello stesso anno, Iveco introduce nel listino del Daily la nuova motorizzazione Sofim Turbo, affidando alla Old Cars la realizzazione di alcuni modelli commemorativi, magistralmente riprodotti in scala 1/21. Si tratta del Turbo Daily e del Turbo Grinta, proposti sia nella versione furgone che cassone. Sono modellini prodotti in plastica, che non perdono le caratteristiche proprie del marchio e gli standard di qualità conosciuti. Così come il 190.38, anche questo è un pezzo particolarmente ricercato dai collezionisti e un esemplare completo di scatola dedicata può raggiungere facilmente una quotazione superiore ai 300 euro. Quattro le colorazioni: rosso, verde, bianco e azzurro.

Il TurboStar e i nuovi bus

Anche il 1986 è un anno ricco di novità: sul fronte autobus, viene introdotta la nuova versione Iveco del 370, resa dapprima disponibile nella colorazione militare e corriera e successivamente in quella Carabinieri e Gran Turismo (370S Turbo). In tema autoarticolati invece, fa la sua comparsa in catalogo il TurboStar, erede naturale del 190 Turbo e punta di diamante della gamma Iveco. Di questo modello sono state prodotte anche delle versioni in scala 1/87, che si affiancavano alle tradizionali 1/43.

A partire dalla fine degli Anni Ottanta, i nuovi modelli Old Cars perdono la caratteristica delle aperture. Nel 1988, il marchio di Quarona riproduce l’Iveco Domino GT Orlandi. Nel 1990 i mondiali di calcio si giocano nel nostro Paese e in quell’occasione, Iveco si candida come fornitore tecnico della Nazionale, scegliendo il Domino come bus ufficiale degli Azzurri. Vengono allestiti alcuni veicoli con i colori della manifestazione, che la Old Cars puntualmente replica sulle sue miniature. Un piccolo cambiamento interessa anche le Officine Padane, con la presentazione in catalogo del pullman MX, l’erede dello ZX.

A questo periodo sono riconducibili alcune miniature “sui generis”, si tratta di riproduzioni di attrezzature di lavoro e di laboratorio, oltre che componenti meccaniche. Rientrano in questa categoria il compressore stradale Axeco VSS22, un martello demolitore, un misuratore dea, un robot e un motore Iveco.

La storia non finisce qui! Sei curioso di conoscere l’evoluzione del marchio Old Cars attraverso gli Anni Novanta e il Nuovo Millennio, fino ai giorni nostri?

Presto online la parte finale. Solo su giurally.

Un ringraziamento particolare ad Alessandro Castellani della Old Cars e a Paolo Rampini, che hanno contribuito, attraverso foto e aneddoti a rendere unico questo articolo.

Di Alessandro Giurelli